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Hamish Henderson

L’ho scritta sotto la spaventosa ombra della bomba. Nella canzone ho cercato di svolgere certi problemi che come Scozia e come mondo ci troviamo ad affrontare.

Dobbiamo far fronte al terribile  problema del razzismo, a quello non meno terribile di una umanità accomunata e alla minaccia dell’annichilimento totale.

(Hamish Henderson)


FREEDOM COME ALL YE
(Melodia : The Bloody Fields of Flanders)

Forte il vento nell’alba del giorno chiaro
Sovverte le nuvole via per la baia,
Ma non v’è più il vento forte che soffiava
Attraverso la grande valle del mondo.
E’ un pensiero che invoglia i nostri ratti
I briganti che infieriscono felici e intatti
A prendere il cammino, in cerca di luoghi nuovi
Dove godere e giocare malvagi inganni.

Mai più la dolce gioventù dovrà
Marciare in guerra mentre i pavidi si vantano rauchi
Né i piccoli figli della miniera e del villaggio
Piangeranno le navi che salpano via dal Broomielaw.
Famiglie divise in terre da noi razziate
Non malediranno la Scozia guerriera, mai più;
Il nero e il bianco, l’uno all’altro uniti nell’amore,
Lasceranno deserte le vili caserme dei padroni.

Qui venite tutti, alla casa della libertà,
Non ascoltate i corvi che invocano rauchi la fine
Nella tua casa ogni figlio di Adamo
Troverà pane e birra e mura imbiancate.
E quando John MacLean si unirà ai compagni di Springburn
Tutte le rose ed i ciliegi fioriranno,
E un fanciullo nero dal lontano Nyanga
Frantumerà le forche feroci della città.


Hamish Henderson
Traduzione di Carla Sassi
(dal libro Poeti della Scozia contemporanea  a cura  di Carla Sassi e Marco Fazzini Supernova  Editore, Venezia 1992)



LA BALLATA DEGLI IMBOSCATI DEL D-DAY
(C’una canzone dell’ottava armata che di solito cantiamo/marciando per il deserto a tempo di swing/ ma ora abbiamo pensato ad un motivo differente/sebbene la melodia (lili marlene) sia sempre la stessa/le parole sono alterate – queste che ora cantiamo appartengono a noi, gli imboscati

LA BALLATA DEGLI IMBOSCATI DEL D-DAY
(tune lili marlene)

Siamo noi gli imboscati del D-Day, noi qui in Italia
Non facciamo che trincare e godercela
A spese dell’ Ottava Armata e dei suoi carri armati.
Ce la spassiamo a Roma cogli Americani.
Siamo gli imboscati del D-Day, lontano in Italia

Siamo sbarcati a Salerno per una vacanza ben pagata
E i crucchi ci hanno accolto suonando la fanfara,
Portandoci a vedere i monumenti, offrendoci il thè
E tutti assieme a cantare, con la birra gratis,
Per darci il benvenuto nella bella Italia lontani dal D-Day.

Prendere Napoli e Cassino è stata una passeggiata:
Noi eravamo lì in gita, mica per combattere.
Per noi Anzio ed il Sangro non erano che due nomi,
Ci siamo andati solo per rimorchiare
Noi, i furbetti imboscati nella lontana Italia.

Nel viaggio per Firenze ci siamo assai divertiti,
Siam corsi a Rimini in pulman oltre la Linea Gotica,
Presto arriveremo a Bologna .E poi attraverseremo il Po,
Restando sempre alla larga dal D-Day qui in Italia.

Una volta corse voce che stessimo per tornare a casa,
Nella vecchia cara Gran Bretagna – basta gironzolare!
Poi qualcuno disse: “Voi andrete in Francia a combattere!”
E noi a lui: “Lèvatelo dalla testa, noi resteremo qui!”
(I vigliacchi imboscati vogliono fermarsi in Italia).

Carissima Lady Astor, lei crede di saper tutto,
Da quella sua piattaforma blatera di patriottismo.
Di lei, a cui l’Inghilterra tanto tiene,
Noi pensiamo che dica stronzate.
E siamo noi, gli imboscati, a dirle questo dalla lontana Italia.

Guardi tra quelle montagne, nel fango, sotto la pioggia,
Lì troverà le croci (alcune senza nemmeno il nome).
Lavoro, sofferenza, tristezza sono finiti per loro,
Quei ragazzi ora dormono sotto terra,
Sono loro gli imboscati che rimarranno per sempre in Italia.


Hamish Henderson
Traduzione di Pino Mereu e Amleto Micozzi


© Tutti i diritti sono riservati.

Si ringrazia per la gentile concessione.


 
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